
Con molta probabilità mio trisnonno si trasferì dalle colline di Dogliani in favore di una collina più lontana ma più fresca. Moncucco è un piccolo borgo (oggi disabitato) che si trova alla base della collina, a 500 mt. di altitudine. Più in alto, a 570 mt., si trova la cappella dedicata a S. Bernardo, vicino alla borgata Botti, dove abitiamo dal 1965 e dove ha la sede la nostra azienda.
Nonno Angelo era nato nel 1906. Quando ero bambina mi raccontava fantastici aneddoti sulla sua vita. Uno di questi – che contribuì a creare l’orgoglio che mi fece poi tornare su questa terra – narra di quando era un ragazzo ancora da maritare, sul finire degli anni ’20. Una collina alta e difficile da raggiungere per via della strada che saliva attraverso i boschi, e un mercato dove si vendeva il vino.
Quando durante l’intero anno scendevo a valle nei paesi vicini per andare ad una festa o ad un ballo, nel tentativo di cercare una fidanzata stavo attento a non rivelare la mia provenienza: la collina di Moncucco era conosciuta come un luogo piuttosto lontano e scomodo, la strada era irta e fangosa, piena di buche, e per andare al mercato ci voleva almeno un ora di cammino. Le ragazze si sarebbero spaventate all’idea di seguirmi in cima a quella collina. Ma c’era un momento in cui dichiarare la mia provenienza aveva grandi vantaggi. A primavera, quando il vino nuovo era pronto, scendevo sul mercato di Dogliani. Li confluivano tutti i contadini con in tasca la piccola ampolla (l’Atast) piena del proprio vino che si desiderava vendere al miglior acquirente. I contadini venivano messi tutti in fila e il “negoziante” passava in rassegna i venditori, chiedendo per prima cosa la loro provenienza. Ecco, in quell’occasione mi accorgevo che persone che nemmeno conoscevo dichiaravano di arrivare dalla collina di Moncucco.