“Fare vino” oggi, in un luogo così particolare come le Langhe, non è semplicemente fare un lavoro che ti impegna 8 ore al giorno, 5 o 6 giorni la settimana.
“Fare vino” qui è vivere un tutt’uno con la storia travagliata di queste colline, la lunga tradizione agricola e culinaria, le passioni della gente per la terra, l’amore per ogni pianta o albero che vedi rifiorire ogni anno, la consapevolezza che per ricevere bisogna dare: il vigneto chiede molto.
Abbiamo visto i nostri padri e prima i nostri nonni sudare, combattere contro le avversità, imprecare contro la grandine, lottare per possedere un pezzo di terra, curarla come fosse un bambino, gioire per un buon raccolto e condividere un bicchiere con gli amici, orgogliosi del frutto del proprio lavoro.
Abbiamo visto le nostre madri e le nostre nonne prendersi cura della famiglia coltivando orti e frutteti, facendo conserve e marmellate che servissero per l’inverno, la pasta fatta in casa nei giorni di pioggia, il pane il sabato nel grande forno del quartiere, i formaggi e le ricotte dal latte degli animali allevati in ogni famiglia. D’inverno con la neve, vicino alla stufa a fare maglie, cappelli e calze di lana.
Tutto questo non può oggi ridursi ad un semplice “far vino”, come se fosse un lavoro come un altro, fatto semplicemente di ore che passano, di prodotto venduto, di ricavi o di guadagni. Il contadino non ha mai fatto conti in termini di denaro: i suoi conti erano un buon raccolto in cantina, un pezzo di vigna piantato, una botte o un aratro nuovo a fine anno. Se accadeva era un successo. Ed era felice. I soldi, quelli che oggi governano il mondo, sono sempre stati necessari al fine di progredire e migliorare quello che era il vero obbiettivo: il proprio lavoro e la propria azienda agricola.
Ecco, oggi noi siamo gli eredi di tutto questo e non possiamo pensare che il mondo ci possa cambiare cancellando tutto quello che abbiamo appreso, visto, assaporato, condiviso. Il vero consumismo è ancora poco contemplato su queste terre. Preferiamo investire in un bosco piuttosto che in un’auto nuova.
Ed è rimasto il piacere di fare l’orto, di coltivare alberi da frutto per le marmellate, di fare il pane il sabato per la famiglia. Abbiamo focalizzato di più il lavoro sul vigneto per via della grande vocazione di queste terre, ma i noccioleti e i boschi coprono più della metà della nostra terra.